‘L’oliveta e l’orto’, poesia di Giovanni Pascoli

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‘E come l’amo il mio cantuccio d’orto,
col suo radicchio che convien ch’io tagli
via via; che appena morto, ecco è risorto:

o primavera! con quel verde d’agli,
coi papaveri rossi, la cui testa
suona coi chicchi, simile a sonagli;

con le cipolle di cui fo la resta
per San Giovanni; con lo spigo buono,
che sa di bianco e rende odor di festa;

coi riccioluti càvoli, che sono
neri, ma buoni; e quelle mie viole
gialle, ch’hanno un odore… come il suono

dei vespri, dopo mezzogiorno, al sole
nuovo d’aprile; ed alto, co’ suoi capi
rotondi, d’oro, il grande girasole

ch’è sempre pieno del ronzìo dell’api!”

Giovanni Pascoli

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tratto da: https://www.inorto.org/2012/01/pascoli-il-poeta-ortolano/

Mai così ortoedintorni! Paciamatura con lana di pecora

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Sono tempi difficili per l’orticoltura, per quella che ci riguarda almeno. Ortoedintorni ha subito l’avanzata del tempo, l’avvicendarsi di stagioni di vita dei suoi partecipanti, vegetali e umani che fossero.

L’orto in questione dalla stagione 2017 ha iniziato un lento declino della produttività dei suoi doni, alcuni bancali hanno subito un progressivo indurimento del suolo che ha portato molte qualità a faticare non poco per sviluppare le radici.

Alcuni, quelli più esterni, si sono trasformati in favore di un’accresciuta selvaticità del tutto e conseguente calo drastico della resa. In questo caso sono da imputare errori di valutazione degli spazi destinati al “calpestabile”, lasciati ad erba e spontanee, e alla distanza eccessiva tra i bancali stessi. Se questa caratteristica al principio e per qualche tempo è sembrata gradevole, per aspetto e altro ( zone di sviluppo dei lamponi, come per ortoedintorni), nel tempo si è rivelata una fregatura, troppo difficile da tenere sotto controllo e ricettacolo infinito di invasori, fauna o flora che sia.

I passaggi paciamati a dovere e mantenuti tali, (foglie, rami, cartoni) garantiscono il risultato. L’impegno e la costanza sono la ricetta per l’orto, sia per le zone propriamente dedite alla coltivazione sia per l’ambiente e il contesto nel quale vegeta.

Il declino di un orto però può essere dettato anche dall’età, di uno sinergico almeno, nelle modalità da noi conosciute e applicate dal 2010. Per noi c’è stata l’impossibilità di garantire un cambio, il sovra utilizzo di tutti i bancali allo stesso modo gli ha esauriti. Inoltre anche l’avvicendamento  tra vegetali commestibili e a quelli utili solo al terreno è particolarmente utile. Per dare quel cambio e un pò di riposo agli appezzamenti ci sentiamo di consigliare una gestione circolare, con un turno di riposo per tutti nel corso delle coltivazioni.

Una simpatica ultima bizzarria è stata l’utilizzo della lana da pecora. Se come noi avete amici trentini, le grandi virtù di fertilizzante e protezione del suolo della lana saranno al vostro servizio.

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I lamponi del wild side

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Sedano effetto lana

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lana di pecora

 

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