Orto di quarantena, la coltivazione continua!

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Qui c’è un granoturco circondato da bieta e affiancato da un pomodoro del quale aimè ignoro la specie

 

Ci fu il tempo dell’orto di guerra, ora è tempo dell’orto di quarantena. Situazioni e tragedie diverse con al centro la stessa idea: al riparo dal mondo e da un certo pericolo, si è tornati a vecchie e sane abitudini, come quella di farsi l’orto dietro casa, o dentro casa o appena fuori da questa.

Chissà che fine faranno tutti quegli esperimenti partiti nei mesi passati, quando obbligati a restare in casa e senza un’idea chiara di quanto sarebbe durato quel periodo, molti di noi hanno ripreso in mano una vecchia abitudine, quella dell’auto produzione e dell’indipendenza per alcuni ortaggi che di frequente consumiamo.

Ora che ci hanno dato il via libera, immagino già la fine di quei micro appezzamenti rubati al prato, che con istinto atavico erano stati tenacemente zappettati. Presto le spontanee si riprenderanno lo spazio del quale sono state private. Sarà gran festa per limacce e affini che potranno approfittare di meravigliose e tenerissime foglie di insalatina pronte e servite, una volta che il terreno avrà assorbito tutto quel veleno, in abbondanza profuso a preservare tesori che si pensavano immensamente preziosi e indispensabili al nostro futuro alimentare.

I pomodori, trapiantati in fretta e furia, saranno abbandonati e mai più legati. Le patate, belle vegetate e rigogliose in principio, verranno dimenticate e mai più rincalzate. Sarà questo il destino del nostro orto di quarantena? Per chi non è d’accordo con questo triste destino, per chi pensa che non si debba perdere un’occasione così ghiotta di tornare alla natura, di spezzare quel legame di dipendenza totale dal cibo da corsia e da bancale. Per ritornare almeno un pò a un caro passato, alla tradizione dei nonni, all’eredità che abbiamo ignorato per la comodità dell’insalata in sacchetto, del pomodoro grosso, rosso e tondissimo. Ecco, cari resistenti, questo è un appello per voi, per noi, per chiunque si senta colpito da queste parole e decida di non abbandonare ad un destino incolto il suo  corteggiato, sedotto e poi abbandonato orto di quarantena.

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Bieta multicolor, lì a fianco del granoturco, sulla sinistra del pomodoro d’origine incerta